La Montagna nel cuore

La montagna ha sempre il suo fascino e questo lo sanno anche i pazienti malati di cuore.

La domanda più frequente che però fanno i pazienti dopo un problema cardiaco è se potranno nuovamente tornare tra i monti.

Premesso che molte persone che abitano fra i monti vengono operate al cuore ogni anno e dopo l'intervento non devono cambiare casa, ma semplicemente continuare la loro vita in quota, ci sono sicuramente degli aspetti che vanno analizzati con attenzione prima dare il via libera alle attività montane.

 

La prima cosa in assoluto è differenziare in base a qual è il problema di base del paziente.

Una persona che ha avuto un infarto deve sicuramente avere delle precauzioni importanti nel fare le cose, specie nei primi tempi, quando la situazionenon è stabile, ma se questo infarto è stato “aggiustato” in qualche modo le cose già possono cambiare. In questo caso solo il proprio curante potrà essere preciso nel definire il rischio puntuale per ogni singolo paziente.

 

In linea generale l'aumentare della quota sul livello del mare porta alcune modificazioni nell'ambiente e queste si possono ripercuotere sull'organismo.

In genere la quota che viene definita innocua sono i 1000 metri di altitudine, al di sotto dei quali non si dovrebbe avere nessun disturbo. Per cui sono già scagionate tutte o gran parte delle località montane degli appennini e delle pre-Alpi. 

Anche al di sotto di tale livello rimane il fatto che se si passa dal caldo intenso della pianura al fresco della collina bisogna almeno misurare una volta in più la pressione, perché potrebbe subire sbalzi. 

 

Montagna e pressione

Un paziente con pressione alta, anche se assume terapia, deve stare molto attento quando si reca in montagna. La pressione potrebbe alzarsi, specie i primi giorni di permanenza.

Il freddo infatti è un fattore importante, indipendentemente dalla quota, costituisce un primo impulso alla pressione, avendo effetto vasocostrittore. Con il freddo le arterie, che sono dotate di muscolatura, si stringono e la pressione aumenta. I capillari e le vene delle estremità (mani, piedi, ma anche naso, orecchie) si stringono per evitare la dispersione del calore e mantenere gli organi interni al caldo, ma il cuore fa più fatica a spingere il sangue per mandare nutrimento e il calore in quelle zone. Poiché in montagna sono più frequenti le brusche variazioni di temperatura, sarà da queste che il cardiopatico dovrà guardarsi prendendo le ragionevoli precauzioni che consistono in un'adeguata scelta dell'abbigliamento e delle ore del giorno in cui dedicarsi all'attività fisica all'aria aperta. Ovviamente l'organismo si adatta al clima, ma se le arterie sono già rigide, perché malate, questo adattamento potrebbe essere scarso o nullo. In presenza di un restringimento nelle arterie coronarie causate dalle placche di grasso e tessuto (aterosclerosi) o di un ispessimento del muscolo cardiaco conseguente all’ipertensione arteriosa (ipertrofia cardiaca), essere al freddo e magari svolgere attività fisica, può comportare la comparsa di qualche dolore toracico o la mancanza di respiro. Inoltre, l’American Hearth Association ricorda che la combinazione di freddo e sforzo fisico aumenta il rischio di infarto.

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel 2010 ha mostrato che il freddo può aumentare il rischio di attacchi di cuore, anche in individui sani. Gli autori affermano che ad ogni riduzione di 1,8 gradi della temperatura in un solo giorno sono associati circa 200 attacchi di cuore in più. La ragione di quest’aumento di casi potrebbe risiedere nella maggior pressione necessaria per pompare il sangue.

In questi casi allora potrebbe essere necessario adeguare la terapia che si sta assumendo, aumentando le dosi o introducendo nuovi farmaci ma sempre in accordo con il Medico curante. 

 

In Montagna per produrre più sangue

Un effetto della quota che si manifesta già a partire dai 1000 metri è la rarefazione progressiva dell'aria, con calo della densità di ossigeno. Questa rarefazione provoca una reazione nel nostro organismo ovvero la produzione di più globuli rossi.

Si tratta di un meccanismo di compenso o di difesa del corpo, che trovandosi in carenza di ossigeno, produce più globuli rossi pronti a trasportare tutto quello che trovano.

L'effetto si manifesta già dopo la prima notte in quota, ma è un fenomeno proporzionale alla altitudine e al tempo di permanenza.

Questa transitoria poliglobulia da più forza all'organismo, ed è stato sfruttato anche dagli sportivi per ottenere risultati migliori. Intere squadre di calcio si allenano in montagna anche per questo motivo e non a caso alcuni record di corsa o di bici sono stati raggiunti a Città del Messico che si trova a 2250 metri sul mare. Di contrappasso però con l'aumento della massa di sangue circolante aumenta anchela pressione sanguigna. Oltre a dover adeguare la terapia come già detto, l'ulteriore rischio potrebbe essere quello di avere un sangue troppo denso e quindi meno scorrevole, per cui se si soffre di disturbi di circolazione è bene chiedere il parere del medico prima di permanere 10-15 giorni oltre i 1000 metri.

 

Un effetto secondario ma pur sempre fastidioso è il mal di testa. Non pochi si svegliano in montagna con il mal di testa. Questo fenomeno, se non direttamente legato alla pressione, si risolve da solo nel giro di due giorni.

 

Le Passeggiate e … i funghi

La cosa più bella della montagna è il poter passeggiare all'aria aperta, nei boschi o sui sentieri. Ma posso farlo dottore?

Camminare fa molto bene, al cuore, alla circolazione, ma anche alle articolazioni, alla digestione e anche alla salute della mente.

Passeggiare il salita però costituisce uno sforzo in più che non tutti possono permettersi, specie chi ha problemi di cuore.

Aumenta la fatica e con essa aumenta il battito cardiaco, il respiro si accorcia ed aumenta di frequenza cardiaca, si diventa rossi in viso e si suda. Questo è un ottimo allenamento, anche per i cardiopatici, ma alcuni pazienti, specie i più fragili, dovrebbero restare nella propria area di comfort, senza esagerare con lo sforzo.
Una sana passione potrebbe essere andare in cerca di funghi.

I sentieri sono comunque ripidi ma la ricerca dei funghi costringe a rallentare il passo, a chinarsi (ottimo allenamento per le gambe), a fare continue soste per cercare meglio ma anche per respirare a fondo, riposare i muscoli, permettere al battito di rientrare nella soglia consentita, e bere un po' d'acqua.

 

Bere acqua

Nondimentichiamoci di bere tanta acqua anche in montagna. 

L'aria fresca e spesso il venticello non ci permettono di capire quanto si suda anche in montagna. Il sole battente con raggi molto forti colpisce la nostra pelle e potrebbe portare scottature (ricordiamoci di usare la crema solare di protezione) e la traspirazione della pelle aumenta, anche se non apparentemente non sudiamo.   Questi liquidi vanno reintegrati.

Anche la quota stessa fa si che salendo le cellule perdano liquido al loro interno e siano più secche. Non è raro avere problemi di pelle secca in montagna o accorgersi che si va più spesso ad urinare. Quindi bisogna bere di più!

 

Vacanze in quota

L'altitudine non vale solo per la montagna. Una considerazione importante va fatta anche per quei pazienti che voglio trascorrere le vacanze in Paesi che si trovano in quota come Messico, Perù o Bolivia (La Paz, capitale della Bolivia e capitale più alta del mondo, si trova a 3640 metri sul livello del mare!).

Per questi vacanzieri valgono gli stessi accorgimenti riferiti per la montagna, talvolta ancora maggiori, poiché le altitudini sono spesso elevate (anche 5000 metri per alcuni siti archeologici) il clima è spesso caldo e umido dove si permane a dormire per poi diventare molto freddo nelle escursioni, infine i viaggi non sono molto lunghi e non permettono al corpo un adeguato tempo di adattamento. Bisogna consultare il proprio curante prima di affrontare questi viaggi.

 

Alimentazione

Una delle cose più belle da fare in montagna? Dedicarsi ad assaggiare tutte le specialità culinarie. Spesso però si rischia di esagerare con una dieta ricca di grassi e di sale (speck, formaggi), di carboidrati o zuccheri semplici (torte buonissime, cioccolata), o alcolici (vini sublimi e decine di grappe da provare).

La moderazione è importante per non tornare dalle vacanze con il colesterolo alle stelle, la pressione alta e quattro chili di più che poi non riusciremo a smaltire.

 

Buona Montagna!

Giampaolo Zoffoli